Una riflessione di Alessandro Salvini in risposta al giornalista e scrittore Mario Campanella, da leggere per comprendere cosa si può intendere per “ascolto”.
Dire ‘l’ascolto’ significa per il competente accedere al modo di pensare e di percepire dell’altro, formulare un’ipotesi sulle sue regole di attribuzione immaginativa, considerare la logica della sua coerenza personale, il genere e la configurazione narrativa, la sua funzione relazionale e adattativa, la retorica autopersuasiva, ecc. Lei che è un ottimo scrittore (basta leggere la biografia che Lei ha scritto su Syd Barrett), sa bene che se deve modificare un romanzo a partire dal terzo o quarto capitolo, lei deve essere in grado di leggerlo in modo da comprenderne a fondo la forma mentis di chi lo ha scritto, la trama generativa, il genere, la coerenza interna, storica, contestuale, semantica e le modalità discorsive, la struttura concettuale e linguistica della scrittura connessa alla psicologia e sociologia dei personaggi, e avere molto chiaro per quali lettori è stato scritto. Una molteplicità di processi interattivi che il semplice ‘leggere’, se non autoguidato e competente, non svela e non consente niente. I lettori superficiali, da dieci pagine al minuto non capiscono niente, creando il diffuso ‘analfabetismo funzionale’. Possibile se a maggior ragione un tizio, ad esempio, pretende di fare il Giovane ministro senza preparazione; quindi ‘l’ascolto’ di per sé non garantisce niente, non garantisce l’accesso al sistema mentale dell’altro. Ascolto psicologico, considerato con sufficienza svalutativa, che alcuni potrebbero assimilare ad una sorta di generica disponibilità emotiva, umana e pedagogizzante. Possiamo ascoltare il rumore di un motore d’auto, che se a noi non dice niente, all’esperto suggerisce molto, anche dove e come intervenire… Quindi non banalizzerei l’ascolto. Dipende dall’orecchio e dall’orecchio e da quello che c’è dietro. Ognuno pensa di vedere come tutti lo stesso quadro, poniamo la Gioconda, l’esperto vi vede molto di più, ad esempio l’influenza del Verrocchio sul colore usato da Leonardo. Se questo qualcuno fa il restauratore avrà un’informazione e una capacità discriminante di tipo cromatico che il turista da museo non possiede e non vede. Per questo è difficile capire in cosa consista la psicoterapia nelle sue versioni più avanzate, quindi molto oltre una tradizionale cornice psichiatrica di senso comune o di ascolto diagnostico/patofilico.
Alessandro Salvini