(S)punti e “rotte di navigazione” per parlare di cittadinanza digitale a scuola

di Arianna Cortese, Alessia Gelo, Matteo Mazzucato.

Cosa significa cittadinanza digitale? Da dove partire per portarla a scuola? Quali “strumenti” hanno, o possono avere, a disposizione insegnanti e psicologi per parlarne?

Queste ed altre domande sono i quesiti a cui oggi un’insegnante, così come uno psicologo scolastico o altri “addetti ai lavori” del mondo scuola, si trova a dover cercare una risposta. A partire dal 2019 infatti, la Legge n. 92 (20 agosto 2019) sancisce il “ritorno” a scuola dell’Educazione Civica, includendo anche l’insegnamento della cittadinanza digitale, come esigenza formativa che coinvolge tutti i docenti contitolari della classe e del Consiglio di classe e da assolvere obbligatoriamente con gli studenti, in quanto oggetto di valutazione per l’ammissione alle classi successive e della prova d’esame di maturità.

Al mondo Scuola è stata quindi attribuita la responsabilità di “educare” gli studenti ad essere non più solo abitanti della rete o utenti di internet ma “cittadini” anche nel digitale. Un’esigenza che, in quanto nuova “rotta” educativa, richiede a insegnanti, come anche a psicologi, nuove “mappe” per orientarsi e per poterla perseguire.

Di quali “carte nautiche” è allora possibile disporre per compiere con gli studenti tale “viaggio” educativo?

  • Definizioni sul tema offerte dalla letteratura che configurano la formazione alla cittadinanza digitale come “imparare aessere un buon cittadino nella comunità digitale[i] o “usare gli strumenti digitali in modo etico; navigare in Internet in modo sicuro; comunicare correttamente con i mezzi digitali” [ii].
  • Linee guida istituzionali fornite dal M.I.U.R. nelle quali per “Cittadinanza digitale” si intende “la capacità di un individuo di avvalersi consapevolmente e responsabilmentedei mezzi di comunicazione virtuali” volta a far acquisire “competenze utili a migliorare questo nuovo e così radicato modo di stare nel mondo” e di metterli al corrente “dei rischi e delle insidie che l’ambiente digitale comporta, considerando anche le conseguenze sul piano concreto”.[iii]   
    Un’integrazione di tali linee guida è il sillabo open sources “Educazione civica digitale”[iv], promosso dal progetto ministeriale Safer Internet Centre – Generazioni Connesse, con lo scopo di “inquadrare il corpus di temi e contenuti che sono alla base dello sviluppo di una piena cittadinanza digitale degli studenti attraverso il percorso educativo”[v].promo
  • Contributi del Consiglio dell’Unione Europea che descrivono la cittadinanza digitale come “un insieme di valori, competenze, atteggiamenti, conoscenze e comprensione critica di cui i cittadini hanno bisogno nell’era digitale[vi] e che in collaborazione con l’Agenzia per L’italia Digitale e il DigComp contribuiscono a diffondere i riferimenti per le competenze digitali dei cittadini[vii]. A tal fine è stato costruito un questionario autovalutativo che offre la possibilità agli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado di individuare i propri punti di forza e le aree da migliorare rispetto all’uso delle tecnologie digitali per la didattica[viii].

Sebbene tali contributi siano “coordinate” fondamentali per stabilire la “rotta” verso cui viaggiare, nell’ideare delle proposte educative ci si potrebbe comunque domandare:

A partire da quali contenuti posso parlare ai miei studenti di cittadinanza digitale in una forma che li riguardi e li incuriosisca? In che modo configuro una “comunicazione corretta” nell’online?

Come sviluppo le competenze di cittadinanza digitale attraverso la materia che insegno?

Cosa potrebbero non sapere del digitale gli studenti che immagino essere cresciuti nella rete?

Considerando che ogni classe che incontro è differente, come posso proporre delle attività costruite ad hoc sul tema della cittadinanza digitale?

Un “mare” di domande comunque possibili nel momento in cui si è chiamati a progettare un incontro sul tema della cittadinanza digitale, considerando le specificità della propria classe, gli interessi particolari dei propri studenti o un possibile evento critico (es. un episodio di cyberbullismo)  che può far emergere  un’esigenza  formativa in merito.

A quali (s)punti far riferimento allora per ideare e gestire con i propri studenti un intervento sul tema della cittadinanza digitale e trovare anche risposta a tutti questi interrogativi?

  • Costruire un dialogo con gli studenti

Un primo punto importante per parlare di cittadinanza digitale con gli studenti non può che essere spostare il focus della questione: da un intervento sugli studenti ad un intervento con gli studenti. Ciò potrebbe ad esempio iniziare con un momento di brainstorming “digitale” anche in forma anonima, introdotto dalla domanda “Cosa significa per voi divenire cittadini digitali?”, usando proprio uno smartphone per rispondere, contribuendo così a renderli padroni della situazione ed evitare forme di giudizio o di inquisizione nei loro confronti. Da questa vetrina condivisa si possono poi stimolare conversazioni verbali, chiedendo: in che modo si sceglie su quali social network iscriversi? Quali regole si usano per pubblicare dei contenuti e per curare il proprio profilo? e quali per cancellarli? Come si sceglie quali profili seguire? Non solo, anche la conoscenza del gergo utilizzato dagli studenti online non può darsi per scontata per comprendere il contesto virtuale. Quali parole vengono utilizzate o giustificate nel contesto virtuale? Quando e in che modo vengono usate parole come meme, follower, instagrammabile, share, reels, screenshot, flexare, laggare, buggato, flamer?
Ancora, anche chiedere quali devices o applicazioni vengono utilizzate, come e con quali funzioni, non può e non deve essere considerato banale: già ora che se ne scrive, questi possono essere mutati e mutare al punto che utilizzare oggi in classe, come esempio delle proprie argomentazioni, un social network come Facebook, Instagram, Youtube, Tiktok o Twitch,  potrebbe risuonare come antiquato e distante dalla quotidianità degli studenti e perdere conseguentemente di riconoscibilità.

Pertanto, come primo, quanto necessario, punto per parlare del mondo digitale, diventa fondamentale costruire un terreno di dialogo con gli studenti. Un momento di confronto finalizzato a esplorare come questo “mondo” venga “abitato” proprio dagli studenti di quella specifica classe a cui ci si vorrà rivolgere. Un’occasione per avere a disposizione tutti gli elementi utili per legittimare l’introduzione del tema della “cittadinanza” e un’opportunità anche, sulla base delle informazioni raccolte, per valutare le esigenze formative a cui rispondere.

  • Valorizzare l’utilità degli aspetti comunicativi vis a vis anche nell’online

Nei decenni il progresso tecnologico ha portato a modificare e sostituire molti strumenti digitali, ed è condivisibile poter dire di non conoscere quelli più recenti o le applicazioni più aggiornate e utilizzate dagli studenti. Cosa potrebbero dire allora gli “immigrati digitali” ai “nativi digitali[ix]”?

Una volta ricostruite e ascoltate le modalità di utilizzo della tecnologia con gli studenti che si hanno di fronte, diventa possibile offrire un proprio contributo pur non conoscendo l’ultimo gioco virtuale messo sul mercato o il tweet più in tendenza del giorno, considerando ad esempio come i princìpi della comunicazione alla base dell’utilizzo di questi siano i medesimi di una conversazione vis à vis: il rispettare ciò che l’altro dice; il saper argomentare il proprio punto di vista; il riflettere criticamente su un determinato fatto, piuttosto che il barricarsi dietro alle proprie opinioni escludendo il punto di vista altrui o l’esprimere giudizi privi di argomentazioni e insulti.

Con questi presupposti è possibile porre l’accento su uno scambio intergenerazionale arricchente anziché su uno scontro tra generazioni. Ciò consentirebbe così il passaggio da un’impostazione secondo la quale i ragazzi sono meno “esperti”, per cui necessitano di una serie di norme che dicano loro ciò che è “giusto” o “sbagliato”, ad una che si costruisce a partire dalla condivisione di criteri e ragionamenti, considerando ciò che hanno già a disposizione (in termini di conoscenze e risorse) e ciò su cui invece necessitano di divenire maggiormente competenti. Un’occasione, quest’ultima, per costruire insieme il “come” scegliere di abitare il web.

  • Riflettere sulle differenze tra l’essere utenti della rete e cittadini in rete (o utenti in rete e cittadini della rete)

Nell’offrire un contributo sul tema della cittadinanza digitale può essere importante portare alla luce con gli studenti il passaggio dall’essere semplici utenti del web, pensando di utilizzare passivamente e come passatempo internet o i social, a pensarsi come cittadini anche nel digitale, che in maniera attiva negoziano e costruiscono la propria identità, si relazionano con gli altri e creano un sistema di connessioni.

Ad esempio, ogni volta che si compie una ricerca su Google si sta interagendo con il web, che apprende le nostre idee, gusti o preferenze e ci anticipa con dei “suggerimenti”, o invitandoci a cliccare qualcosa che altri prima di noi hanno visionato, suggerendoci anche con chi potremmo avere interessi affini da far rientrare nella nostra cerchia di conoscenze. Quando utilizziamo i social media, facciamo acquisti o giochiamo online, tessiamo dunque interazioni con algoritmi di machine learning, condividendo e negoziando in maniera attiva e partecipata aspetti di sè e parte della nostra identità digitale. Rendersi consapevoli di questo può far sì che “usare” l’online diventi anche un’opportunità per costruire e ampliare la propria rete di contatti, sia informali che formali, per cercare un’occupazione, per dedicarsi ai propri hobby o svilupparne di nuovi, generando così esperienze che possano tradursi in occasioni per ampliare le proprie possibilità biografiche.

In questo senso può essere utile portare agli occhi degli studenti come non siano semplici spettatori dei contenuti proposti ad ogni click, ma come abbiano in mano essi stessi il timone del web e di come possano direzionarlo nel corso del proprio viaggio. Un viaggio in cui (so)-stare al passo con i tempi, ma anche fermarsi a pensare in che modo si vive in questo tempo e dove si è diretti, divenendo co-costruttori degli obiettivi di vita di ognuno.

  • Promuovere l’assunzione di responsabilità anche dietro lo schermo

Inoltre, saper utilizzare un social, installare un’applicazione o chattare in un videogioco non significa essere “cittadini digitali”. Essere capaci di usare smartphone, PC e console, non va sempre di pari passo con la competenza di gestire la comunicazione e dunque le interazioni che avvengono attraverso questi mezzi, ossia l’agire da cittadini anche in rete. Un ulteriore aspetto quindi da affrontare riguarda il rispondere in prima persona delle ricadute interattive delle proprie scelte nel contesto virtuale, come condividere immagini private senza il consenso altrui o creare chat di gruppo escludendo alcuni compagni di classe.

Interrogarsi, dunque, a partire dalle domande “Quali conseguenze si possono verificare a fronte del mio modo di comportarmi? Come possiamo gestirle? Di quali strumenti, ruoli o risorse potremmo aver bisogno?’’ e riflettere su come anche la responsabilità che si ha nello scrivere un commento sotto ad un post su un social non è diversa da quella che si ha nel trovarsi davanti alla scena di qualcuno che deride e prende in giro un compagno di classe. È il modo in cui si sceglie di agire e gestire la situazione, anticipandone le implicazioni che potrebbero esservi, a fare la differenza.

All’interno del contesto virtuale e coerentemente a questi stessi presupposti, infatti, sono state anche stilate una serie di “regole informali” definite “netiquette” per (so)-stare online in rapporto agli altri. Alcune di esse sono appunto: pubblicare informazioni di comune utilità; preservare la riservatezza e la sfera privata; rispettare gli altri come persone e per il contributo che possono offrire.

Per rendere gli studenti “consapevoli e responsabili” dei mezzi di comunicazione virtuale, come condiviso anche dal MIUR[x], potrebbe essere utile allora pensare all’ideazione di contributi e di attività a partire dall’assunto che la consapevolezza e la responsabilità dovrebbero assumersi tanto online quanto offline.

A partire da quanto offerto è possibile riassumere alcuni (s)punti che potrebbero fungere da traccia utile, per insegnanti, referenti scolastici, psicologi, o chiunque interessato al tema, nel progettare e costruire attività relative alla cittadinanza digitale.

  • Analizzare “come” ognuno utilizza gli strumenti digitali, ragionando sulle intenzioni che precedono l’uso, sulle possibili implicazioni critiche e su come poterle gestire assumendosene la responsabilità.
  • Pianificare l’intervento sulla base di quanto analizzato e in virtù del passaggio dall’essere utenti di strumenti digitali a cittadini che anche nell’online utilizzano competenze relazionali e comunicative per perseguire i propri obiettivi e interagire con gli altri.
  • Realizzare l’intervento con studenti e docenti come co-costruttori di attività, in cui si applicano i discorsi e le regole interattive condivise, offrendo una visione del digitale come occasione per assumere un ruolo attivo di cittadini e per ampliare le proprie possibilità di vita.
  • Valutare cosa studenti e docenti abbiano colto dei contenuti e delle attività proposte e in che modo queste abbiano contribuito ad innescare altre possibilità di interagire nel digitale, permettendo di sviluppare competenze che possano essere applicate e riutilizzate anche in differenti contesti e situazioni.

Note


[i] Hollandsworth, R., Dowdy, L. & Donovan, J. Digital Citizenship in K-12: It Takes a Village. TECHTRENDS TECH TRENDS 55, 37–47 (2011). https://doi.org/10.1007/s11528-011-0510-z

[ii] Padrón, Y. N., Barohona, E., & Waxman, H. C. (2018). Digital citizenship. The TESOL Encyclopedia of English Language Teaching, 1-6.

[iii] Allegato A Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, 23 giugno 2020.https://www.miur.gov.it/documents/20182/0/ALL.+Linee_guida_educazione_civica_dopoCSPI.pdf/8ed02589-e25e-1aed-1afb-291ce7cd119e?t=1592916355306

[iv] https://www.generazioniconnesse.it/site/_file/documenti/ECD/ECD-sillabo.pdf

[v]  https://www.generazioniconnesse.it/site/it/educazione-civica-digitale/

[vi] Conclusioni del Consiglio sull’istruzione digitale nelle società della conoscenza europee https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52020XG1201(02)&from=EN

[vii] https://www.agid.gov.it/sites/default/files/repository_files/digcomp2-1_ita.pdf

[viii] https://ec.europa.eu/eusurvey/runner/DigCompEdu-S-IT

[ix] La distinzione fra nativi digitali ed immigrati digitali sottolinea lo scarto fra chi è cresciuto nell’epoca delle tecnologie digitali e chi invece ha vissuto lo sviluppo dei media analogici.

[x] Ministero dell’Istruzione, Università e della Ricerca